5G e coronavirus: tutte le bufale della rete

Si stanno diffondendo sul web e piattaforme social, notizie e teorie complottistiche sulla correlazione tra 5G e coronavirus, ma si tratta solo di fake news

5G e coronavirus: tutte le bufale della rete

La verità sulla correlazione tra 5G e coronavirus

 

La tecnologia del 5G sta gradualmente sostituendo quella del 4G. Il nuovo sistema di telefonia mobile è in fase di sviluppo in gran parte del mondo, per dare agli utenti sui propri smartphone una connessione più veloce e altri servizi innovativi tramite la rete cellulare.

 

Il problema è che in questo periodo si stanno diffondendo sul web e piattaforme social, notizie e teorie complottistiche sulla correlazione tra 5G e coronavirus.

 

Nel Regno Unito sta circolando in rete la notizia secondo cui la colpa della propagazione del Covid-19 è da attribuire alle antenne 5G. Questo ha portato a compiere atti vandalici nell’area di Birminghan e nel Merseyside, che hanno causato gravi danni alle antenne di telefonia mobile che sono state incendiate.

 

 

Questa notizia è falsa in quanto non vi è assolutamente nessuna prova scientifica di una correlazione tra le antenne 5G e coronavirus.

 

Il Covid-19 si è ormai propagato quasi in ogni zona del mondo, a prescindere dal numero di antenne 5G presenti nei singoli stati. Alcune nazioni dove le antenne 5G sono del tutto assenti come ad esempio l’Iran o il Brasile, sono state colpite piuttosto duramente dal virus.

 

Anche diversi i personaggi pubblici hanno condiviso o ritwittato le notizie false, come ad esempio Gunter Pauli, uno dei consiglieri economici del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Con il suo tweet, Pauli faceva intendere che le regioni maggiormente colpite dal coronavirus fossero anche quelle con la distribuzione maggiore delle antenne 5G. Questo è completamente infondato in quanto in Italia, le regioni con la copertura più numerosa sono Veneto, Umbria, Puglia e solo in parte Lombardia e Toscana.

 

Tra queste ci sono quindi anche regioni contagiate solo in minima parte dal virus, ma con un elevato numero di antenne.

 

Ci sono poi 2 teorie complottistiche che vogliono associare lo sviluppo del 5G con il coronavirus. Facciamo chiarezza a riguardo.

 

Per la prima teoria il 5G indebolisce il nostro sistema immunitario favorendo la diffusione e letalità del Covid-19.

 

La scienza ha dimostrato che è falso e che non esiste alcuna prova a riguardo, inoltre le onde radio del 5G e le sue radiazioni elettromagnetiche rispettano i limiti imposti dalla legge anzi sono molto al di sotto al livello di guardia internazionale e quindi non creano danni alla salute umana.

 

Secondo l'altra teoria invece i batteri sono in grado di comunicare attraverso le onde elettromagnetiche favorendo la diffusione del virus.

 

Anche questa notizia è priva di fondamento in quanto il Covid 19 non è una malattia di origine batterica ma un virus.

 

In sostanza quindi possiamo affermare che il 5G non ha conseguenze sulla salute dell'uomo.

 

Le piattaforme social combattono le fake news

 

Le fake news si propagano sui vari social network molto rapidamente. Ci sono addirittura alcuni gruppi su Facebook che riportano notizie non veritiere riguardanti la correlazione tra 5G e coronavirus, che hanno l'effetto di creare oltre che disinformazione anche preoccupazioni inutili tra la gente.

 

Le più importanti piattaforme social stanno cercando di mettere un freno alla diffusione delle fake news.

 

YouTube ha annunciato che eliminerà dalla piattaforma, i video su teorie complottiste che fanno riferimento al legame tra 5G e coronavirus.

 

Facebook ha implementato degli strumenti per combattere le notizie false, mentre Twitter sta cancellando tutti i tweet che contengono fake news.

 

Consigliamo a tutti gli utenti che navigano sul web e a quelli presenti sulle varie piattaforme social, di accertarsi sempre della veridicità delle notizie che leggono prima di condividerle.






editore

David Patrizi

Sono David Patrizi, appassionato di web marketing e SEO. Scrivo articoli per il portale di comparazione tariffaria "tariffe.it", sezione news e blog, e per "beactive.it", sezione digital magazine. Creo articoli ottimizzati per i motori di ricerca e che soddisfino le esigenze degli utenti.

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