Popolo indisciplinato? Al via i controlli celle telefoniche

In piena emergenza coronavirus c'è chi ancora risulta refrattario alle regole e allora ci si affida alla tecnologia con i controlli celle telefoniche.

Popolo indisciplinato? Al via i controlli celle telefoniche

La Lombardia chiede agli operatori di monitorare gli spostamenti con i controlli celle telefoniche

 

Gli italiani sembrano avere più di qualche difficoltà nel comprendere un concetto piuttosto facile, una frase elementare sul piano grammaticale: un verbo imperativo seguito da un complemento di stato in luogo. Nonostante la semplicità del significante, il significato continua a restare ignoto per molti.

Insomma, "Resta a casa" non può essere un enunciato oggetto di chissà quali fantasiose interpretazioni. "Resta a casa" è chiaro, "Resta a casa" è resta a casa. Punto. Eppure molti sembrano comprendere solo a fasi alterne o non comprendere affatto, accampando le scuse più ridicole pur di aprire la porta e non restare a casa.

 

 

Così una soluzione quantomeno utile per avere sott'occhio il punto della situazione può essere quella di affidarsi alla tecnologia. Le compagnie telefoniche, infatti, sono impegnate nel monitorare gli spostamenti dei cittadini attraverso i controlli celle telefoniche. Per ora la misura è stata adottata in Lombardia ma non si esclude che possa essere estesa alle regioni più colpite dal Covid-19 o alle zone a più alta densità di popolazione. 

 

 

Controlli celle telefoniche al via in Lombardia
Scattano i controlli celle telefoniche

 

 

Un dato allarmante

 

Dopo un solo giorno di controlli celle telefoniche effettuati dalle compagnie telefoniche attraverso un app che riesce a monitorare gli spostamenti dei cittadini, localizzando gli smartphone, il risultato che emerge è demoralizzante: il 40% dei lombardi non è rimasto a casa e ha compiuto spostamenti oltre i 300 metri. Tutto questo nonostante i divieti e le misure restrittive adottate dal governo per evitare sempre più contagi da coronavirus

 

 

Non sono mancate le polemiche di chi si sente minato nella sua privacy, inserito in una sorta di casa del Grande Fratello globale, non tenendo conto che, se la Regione Lombardia, la zona d'Italia più tragicamente colpita dalla pandemia, è dovuta arrivare a tanto, la colpa è solo di chi superficialmente continua a comportarsi con noncuranza e irresponsabilità di fronte a una situazione emergenziale di portata inaudita. 

 

Sui controlli celle telefoniche da remoto è intervenuto l'assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera che ha voluto in modo netto e chiaro mettere a tacere le polemiche, affermando: "C'è un'applicazione che le grandi compagnie telefoniche hanno messo a disposizione per vedere in maniera aggregata e totalmente anonima il flusso delle persone, come si sono mosse all'interno della regione e fuori. Nessun controllo come il Grande Fratello."

 

Come a dire: in un momento come questo ogni mezzo è importante per avere un quadro della situazione il più veritiero possibile. Se non è la coscienza del singolo a ispirare le azioni giuste da compiere, se le regole non bastano o vengono più o meno abilmente eluse, allora è sacrosanto ricorrere a forme d'intervento più dirette. C'è in gioco la salute di tutti, di un'intera Nazione. 

 

 

Le parole del Presidente della Regione Lombardia 

 

La situazione purtroppo è ancora drammatica. I morti continuano ad aumentare. Ieri si è toccato il punto più alto e l'Italia ha raggiunto un triste primato: in un solo giorno 475 decessi. Nemmeno in Cina si era mai registrato un numero tanto elevato.

Di fronte a uno scenario così inquietante, le parole di Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, si sono fatte più dure. Un modo, il suo, per portare tutti quei cittadini ancora troppo superficiali a una presa di coscienza profonda.

 

"Purtroppo i numeri del contagio non si riducono,continuano ad essere alti - ha detto Fontana - Fra poco non saremo più nelle condizioni di dare una risposta a chi si ammala". Poi ha rincarato la dose: "Amici io lo sto dicendo in modo educato, ma fra un po' bisognerà cambiare il tono perché se non capite con le buone bisogna essere un po' più aggressivi anche nel farvela capire. Noi vi stiamo chiedendo un sacrificio così, ma per salvare delle vite umane. Ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri." Il governatore della Lombardia non usa mezzi termini in piena emergenza coronavirus e conclude lapidario: "Per adesso ve lo chiediamo con la consueta tranquillità ma, se si dovesse andare avanti, chiederemo al governo anche le maniere forti."

 

 

Ora è il momento di chiudere la porta dietro di noi e cercare di varcarla il meno possibile e solo in caso di reale necessità. Tutto il resto, una corsa al parco, una pedalata o una passeggiata all'aria aperta può e deve aspettare.  

 

 

Restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa. Solo questo ci viene chiesto. Allora facciamolo davvero.

 

 

#andràtuttobene

 

 






editore

Matilde Gregori

Giornalista pubblicista, da molti anni scrivo di hi-tech e Telco, dopo interessanti e deliziose incursioni nel mondo degli eventi culturali ed enogastronomici del centro Italia. Sono innamorata di Hemingway, adoro il sushi e mi rilasso con lo Yoga. In attesa che i miei innumerevoli incipit assumano i contorni più definiti di un racconto, continuo a parlare di tecnologia. Magari la Musa mi ispirerà tra una tariffa e l'altra.

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